Evitare la menta con le cure omeopatiche

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Tanti dubbi e qualche ‘errore’ per i pazienti che si avvicinano all’omeopatia e devono seguire una cura. Un problema legato anche alla mancanza di foglietti illustrativi per i rimedi utilizzati.

“Riceviamo molte telefonate dai pazienti sulle modalità di assunzione, sulle possibili interazioni e sulle difficoltà, sempre più frequenti, a reperire alcuni medicinali”, ha ha spiegato Roberto Pulcri, medico responsabile dell’omeopatia del centro di medicina integrata di Pitigliano, in Toscana. “Ovviamente in questa disciplina, che non prevede un singolo farmaco per un singolo problema ma un approccio olistico, il medico omeopata deve fare prescrizioni molto dettagliate, indicare bene la posologia, la sequenza”, ha aggiunto l’esperto.

Evitare sapori forti

“Una delle cose che spesso i pazienti non sanno è che bisogna evitare di assumere i rimedi insieme a sostanze dai sapori forti come la liquirizia ma, sopratutto, la menta, sostanza che può anche annullare l’effetto”, ha precisato Pulcri.

I consigli per l’assunzione dei granuli

“Gli errori più frequenti, che non pregiudicano però l’efficacia della terapia, sono legati al momento dell’assunzione. E’ preferibile assumere i rimedi lontano dai pasti, ma sono molti i pazienti che chiamano per accertarsene. Si consiglia, inoltre, di sciogliere sotto la lingua i granuli, per il semplice fatto che vengono assorbiti meglio. Oppure scioglierli in poca acqua da bere. Non tutti lo fanno, ma anche in questo caso non bisogna drammatizzare quando non si segue questa regola”.

Il falso ‘mito’ del contatto con le mani

Un altro problema che spesso preoccupa i pazienti è quello di non dover toccare i granuli con le mani. “I realtà oggi è un falso ‘mito’. In passato i granuli, infatti, erano impregnati soprattuto in superfice e la manipolazione li rendeva inefficaci. Oggi la tecnologia ha permesso di avere a disposizione materiali più porosi, che sono più impregnati, quindi non è un problema reale toccare il granulo. Resta la questione igienica che, ovviamente, ci inviata ad evitare il contatto” ha spiegato l’omeopata.

Diffusa disinformazione omeopatica tra farmacisti

Il problema per molti pazienti, però, ha concluso Pulcri, “è che in farmacia non sempre si trovano le risposte ai dubbi. C’è ancora una scarsa cultura omeopatica tra i farmacisti. Accade persino che venga erogato un rimedio al posto di un altro perché dal nome simile”.

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